NanoLabs, il team che ha sviluppato la criptovaluta NANO, sta facendo causa a Coinbase per presunta violazione del marchio e vuole che il tribunale impedisca all’exchange di utilizzare il nome “Nano” e tutti i marchi associati in futuro.
Dai documenti depositati il 24 febbraio presso il tribunale del distretto settentrionale della California, risulta infatti che NanoLabs si sente danneggiata dal fatto che Coinbase abbia lanciato due contratti derivati per Bitcoin ed Ethereum con l’etichetta “Nano”. Nella loro lamentela, infatti, “Nano” sarebbe un marchio di cui NanoLabs possiede tutti i diritti, ritenendosi di essere il legittimo proprietario del marchio Nano negli Stati Uniti dall’inizio del 2018.
Per quanto riguarda Coinbase, i due prodotti derivati hanno il marchio “Nano” ma sono associati a Bitcoin ed Ethereum, due delle criptovalute più popolari e concorrenti di Nano.
Il problema, spiega NanoLabs, è che Coinbase si rivolge ai possessori di Bitcoin ed Ethereum, ma non a quelli di Nano, anche se sono i legittimi proprietari del marchio Nano. Questi prodotti, aggiungono, possono confondere i detentori di Nano e la sua comunità globale, dal momento che non vi sono informazioni che aiutino a differenziare i due asset e nemmeno a educare i clienti sui prodotti derivati di Coinbase.
Il fatto che Coinbase abbia lanciato i contratti futures su Bitcoin ed Ether senza consultarsi con Nano ha causato un danno “irreparabile” che li ha danneggiati economicamente, indebolendo il loro marchio – lamenta ancora NanoLabs.
“Gli imputati non sono in alcun modo affiliati al querelante, hanno usato i marchi Nano senza autorizzazione, senza il consenso del querelante, e hanno quindi interferito con il vantaggio economico prospettico del querelante come risultato dei suoi rapporti con i broker al dettaglio, le società di compensazione e gli scambi di valuta digitale, violando i diritti del querelante” – si legge nelle memorie depositate in tribunale.
I futures Nano
Coinbase, una delle più grandi borse di criptovalute al mondo, ha lanciato lo scorso anno il contratto futures sui derivati di Bitcoin ed Ether Nano. L’obiettivo, secondo la loro circolare, era quello di offrire prodotti derivati ai clienti negli Stati Uniti. In particolare, i due sono stati rilasciati in seguito all’acquisizione da parte di Coinbase di FairX, uno scambio di derivati regolamentato dalla Commodities Futures Exchange Commission (CFTC).
Prima di lanciare questi prodotti, NanoLabs ha dichiarato che Coinbase era pienamente consapevole dell’esistenza di Nano. All’inizio, peraltro, Coinbase ha respinto la richiesta di quotazione di Nano sull’exchange centralizzato.
NanoLabs chiede ora almeno 5 milioni di dollari di danni per compensare il danno e l’indebolimento del marchio. Inoltre, il team desidera che Coinbase rinunci a tutti i profitti ottenuti dall’ultimo periodo grazie all’uso del marchio Nano, alla pubblicità correttiva di Coinbase e alla distruzione dei materiali che violano il marchio Nano.
Come andrà a finire?