In termini semplici, per chi non lo conoscesse, la blockchain è un libro mastro digitale, un database su cui vengono memorizzate tutte le operazioni, i cambiamenti e i movimenti relativi a un progetto basato su una rete di computer.
Tutti i movimenti sono memorizzati con un sistema di blocchi, concatenati tra loro, prendendo appunto il suo nome, la “blockchain“:
- la blockchain è trasparente perché chiunque può leggere le transazioni che hanno avuto luogo
- è distribuita perché il database che raccoglie i dati della blockchain è distribuito su tutti i computer che fanno parte di quella rete e aggiornato simultaneamente
- è sicura non solo grazie alla crittografia, ma anche perché lo stesso database è distribuito su tutti i computer della rete blockchain. Per esempio, se un hacker volesse frodare o attribuire la proprietà dei Bitcoin, non la sua, dovrebbe prima violare un sistema di sicurezza che è attualmente inespugnabile. E poi hackerare più della metà di tutte le migliaia di nodi pubblici e nascosti in cui è distribuito il libro mastro per modificarlo uno ad uno. E anche allora, ci sarebbe ancora una traccia della modifica fraudolenta effettuata.
Le NFT, come tutte le altre criptovalute, sono registrate sulla blockchain e devono rispettare le sue regole e garanzie.
Insomma, avete presente un diario in cui tutto, ma proprio tutto, viene annotato? Ecco, questa è la blockchain.
I token non fungibili (NFT) diventano effettivamente delle celebrità nello star system delle criptovalute. Alcuni lo vedono come un investimento fattibile e redditizio, meglio utilizzato da acquirenti esperti di tecnologia digitale e dalla generazione più giovane ed esperta di tecnologia. Altri credono che questo emergente token crittografico sarà il futuro delle opere d’arte e degli oggetti da collezione, promettendo guadagni stratosferici a coloro che sanno come muoversi. Mentre altri ancora pensano che sia solo una moda passeggera.
Dove sta la verità? Ne parleremo nei prossimi giorni!